Alluce valgo: di cosa si tratta?
L’alluce valgo è una deformità scheletrica che comporta una deviazione verso il secondo dito della punta dell’alluce. È una patologia altamente frequente del piede: con una prevalenza del 8% nella popolazione con meno di 18 anni, del 23% nella popolazione di età compresa tra 18 e 65 anni e del 36% nella popolazione con età superiore ai 65 anni, con un rapporto di 15:1 nella donna rispetto agli uomini. Questa deformità, quando sintomatica, può causare dolore a livello della prima articolazione metatarsofalangea in conseguenza dell’alterazione della meccanica del piede.
Tra i sintomi principali, l’alluce valgo presenta:
- Sviluppo di una deformità a martello del II dito
- Dolore mediale a livello dell’avampiede
- Deformazione e rossore della base dell’alluce (detta “a cipolla”)
- Gonfiore, arrossamento e dolore a livello cutaneo e articolare a livello dell’alluce
- Metatarsalgia secondaria, causata dall’alterazione del cammino
- Movimento limitato dell’alluce
- Difficoltà e dolore ad indossare particolari scarpe
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Patofisiologia e cause dell'alluce valgo
A livello biomeccanico, l’alluce valgo è causato dal cedimento dell’osso sesamoide mediale e del legamento collaterale mediale, le due strutture che partecipano a stabilizzare medialmente l’articolazione. Questa perdita di stabilità comporta un graduale scivolamento mediale della testa metatarsale e uno spostamento della falange prossimale in valgismo, in uno spazio compreso tra i sesamoidi, il legamento profondo trasverso e il tendine dell’adduttore dell’alluce. Queste modifiche, nel tempo, fanno sì che l’articolazione vada incontro ad una progressiva erosione.
Purtroppo, non sono ancora stati identificati i fattori che portano allo sviluppo di questa patologia.
Diagnosi differenziale
Per fare diagnosi di alluce valgo, è necessario innanzitutto escludere quadri come la gotta o l’artrite infiammatoria: queste patologie possono, infatti, causare sintomi simili. La raccolta dei dati anamnestici è di fondamentale importanza e ci aiuta a inquadrare correttamente la patologia, è necessaria quindi una corretta analisi dei sintomi e dei fattori di rischio, quali: genetica, lassità legamentosa, varismo del I metatarso, piede piatto, ipermobilità del primo raggio, rigidità del tendine d’achille, utilizzo eccessivo di scarpe strette o con tacco alto, sovraccarico funzionale del piede.
Esame Obiettivo e Valutazione dell'alluce valgo
Per valutare un paziente con alluce valgo è necessario indagare diverse aree e caratteristiche:
Morfologia del piede
Valutare le eventuali modifiche o deformazioni (es. dita a martello), lo stato della cute, dell’unghia e dell’alluce e le alterazioni del primo raggio e del piede in generale (es. piede supinato, provato, piatto).
Dolore
Valutare le aree dolenti e l’irritabilità dei sintomi a diversi tipi di stimoli (movimento, pressione, carico, cammino, attività sportive…).
Mobilità e flessibilità
Valutare la mobilità della prima articolazione metatarsofalangea di tutte le dita, del piede e dell’intero arto inferiore. Inoltre, è utile indagare l’eventuale presenza di ulteriori impairment di mobilità a livello di piede e caviglia, ad esempio una lassità legamentosa o una rigidità del tendine d’Achille, in quanto possono influenzare la funzionalità del distretto.
Forza
Valutare la forza muscolare del piede e dell’arto inferiore globalmente, alla ricerca di eventuali alterazioni da affrontare poi durante il trattamento.
Attività di vita quotidiana
Valutare la relazione tra l’alluce valgo e le possibili alterazioni nelle attività della vita quotidiana del paziente (ad esempio nello schema del cammino, durante le attività lavorative o sportive o l’utilizzo di particolari calzature, come le scarpe antinfortunistiche o da lavoro).
Esami di Imaging: RX
Il grado di severità della deformazione può essere classificato in lieve, moderato e severo, in seguito ad un esame radiografico in carico.
- Lieve: l’angolo dell’alluce valgo (HVA) maggiore di 20° mentre l’angolo tra primo e secondo metatarso (IMA) minore di 11°;
- Moderato: HVA range tra 20°e 40°e IMA minore di 16°;
- Severo: HVA maggiore di 40° e IMA minore di 16°.

Trattamento Conservativo
Il percorso di cura del paziente con alluce valgo può essere conservativo o chirurgico, a seconda della severità del disturbo e del dolore del paziente.
Il trattamento conservativo ha come obiettivi la riduzione del dolore e dei deficit funzionali, evitando il peggioramento della deformità e migliorando la gestione delle attività quotidiane del paziente.
Ad esempio, possono essere proposte come strategie di gestione conservativa:
- Alternanza nell’utilizzo di diverse scarpe durante la giornata
- Utilizzo di scarpe con calzata anatomica (simile alla forma del piede)
- Utilizzo di scarpa a pianta larga
- Utilizzo di scarpe rigide, che evitano il sovraccarico in estensione del primo dito
- Utilizzo di un distanziatore per le dita
- Rieducazione graduale al carico lavorativo e/o sportivo
- Mantenere la fitness globale con sport non provocativi (come ciclismo e nuoto) negli atleti che devono temporaneamente ridurre la loro attività
- Tecniche di terapia manuale per ridurre il dolore e aumentare la mobilità del primo dito e del piede
- Esercizi di rinforzo della muscolatura intrinseca del piede, in particolare degli abduttori dell’alluce, della muscolatura prensile.
- Rinforzo dei flessori plantari del piede
- Esercizi di stretching e automobilizzazione articolare dell'alluce e di piede e caviglia
- Rimando al medico per un supporto farmacologico (FANS o infiltrazioni articolari di cortico-steroidi) in caso di sintomi severi e persistenti)

Al contrario, sono comportamenti da evitare:
- Utilizzo di scarpe con tacchi alti o a punta stretta
- Riposo assoluto
Attualmente, non esistono invece evidenze scientifiche sull’efficacia dell’utilizzo di tutori e plantari.

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Trattamento Chirurgico
Il trattamento chirurgico dovrebbe essere riservato a quei pazienti che, in seguito al trattamento conservativo, non riportano un miglioramento e presentano deficit funzionali ingravescenti nelle attività della vita quotidiana. Al contrario, in assenza di altri sintomi, la presenza della sola deformità mediale del piede non è un’indicazione per l’intervento chirurgico.
Il trattamento chirurgico si avvale di svariate tecniche chirurgiche; non esiste una tecnica riconosciuta come gold standard, ma ogni specialista – in base alla propria expertise – effettuerà la tecnica che ritiene più opportuna per ogni singolo paziente. Purtroppo, deve essere considerato che il 15% circa dei pazienti può tornare a presentare nuovamente la sintomatologia in seguito all’intervento.
Osteotomia
Si esegue un’esostosectomia con sega oscillante per resezione della prominenza ossea alla testa del I° metatarso. In base alle caratteristiche del taglio osseo e ai sistemi di fissazione utilizzati, distinguiamo diverse tecniche correttive, indicate spesso con un nome proprio (es. Chevron, Scarf o Bosch). La liberazione della testa metatarsale dai sesamoidi sottostanti e dei tessuti circostanti è fondamentale per eseguire con accuratezza il taglio dell’osso metatarsale. Vengono eseguite osteotomie distali, indicate per la correzione di lieve e moderata entità, mentre quelle prossimali alla base del metatarso sono eseguite quando la deformità dell’alluce è grave. Le osteotomie eseguite possono essere stabilizzate con viti, cambre, placche o con fili metallici a seconda della linea osteotomica realizzata e del tipo di tecnica scelta.
Artrodesi
L’artrodesi prevede la fusione dell’articolazione metatarsofalangea. Questa procedura di solito è consigliata solo alle persone che presentano gravi deformità dell’alluce, in quanto renderebbero troppo complessa la risoluzione del problema salvaguardando l’articolazione, o quando vi è una degenerazione avanzata dell’articolazione. Dopo l’artrodesi, il movimento dell’alluce rimarrà necessariamente fortemente limitato.
Chirurgia Mini-Invasiva
È la tecnica operatoria più innovativa, che permette di eseguire l’intervento senza incisioni, ma solo piccoli fori cutanei, e in tempi ridotti. Con una micro-lama si esegue un’incisione puntiforme mediale, in cui una piccola spatola predispone una camera di lavoro sottocapsulare a ridosso della prominenza ossea della testa del I° metatarso. attraverso il foro si introduce una fresa motorizzata ad azione abrasiva che, con un movimento simile a tergicristallo, leviga in maniera uniforme l’esostosi, ovvero la sporgenza ossea caratteristica dell’alluce valgo.
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